Amber Biela-Weyenberg | Content Strategist | 15 agosto 2023
La sostenibilità della supply chain incide direttamente sugli sforzi ambientali, sociali e di governance (ESG) di un'azienda. La supply chain tocca quasi ogni aspetto dell'ESG: la sostenibilità ambientale, che include il riciclaggio, l'abbassamento del consumo di combustibili fossili e la riduzione degli sprechi; il progresso sociale, che include la chiusura del divario salariale di genere, l'utilizzo di pratiche di assunzione, compensazione e promozione eque, il pagamento di un salario dignitoso e la sicurezza sui luoghi di lavoro; e la governance, che comprende il rispetto delle normative che coprono tutte queste pratiche.
Secondo McKinsey, l'azienda tipica eredita la maggior parte del suo impatto ESG, noto anche come impronta ESG, dai suoi fornitori. Secondo dati del 2022, oltre il 90% delle emissioni medie di gas a effetto serra di un'organizzazione, cioè la produzione di gas come l'anidride carbonica (CO2) che intrappola il calore nell'atmosfera terrestre, proviene dalla sua supply chain, secondo l'Environmental Protection Agency degli Stati Uniti d'America. Le violazioni dei diritti umani, la deforestazione, l'inquinamento e altri problemi di sostenibilità sono anche legati alle risorse che un'azienda utilizza per produrre o ottenere i suoi materiali e i suoi prodotti e trasportarli lungo tutta la supply chain.
Le aziende possono migliorare la sostenibilità della supply chain monitorando meglio le origini di materiali e merci, migliorando l'efficienza di esecuzione della supply chain e perfezionando le loro policy, l'uso della tecnologia e le relazioni con i fornitori.
Concetti chiave
Per sostenibilità della supply chain si intende l'impatto che le operations di supply chain di un'azienda hanno sul pianeta e sulla società. I professionisti della supply chain svolgono un ruolo fondamentale nell'aiutare le loro aziende a diventare più sostenibili riducendo al minimo i danni all'ambiente e sostenendo l'uguaglianza sociale. I loro sforzi volti a creare una supply chain più sostenibile sono spesso parte di uno sforzo più ampio attraverso cui si cerca raggiungere gli obiettivi ESG dell'azienda.
Fra i vantaggi della sostenibilità della supply chain ci sono la riduzione dei costi, una migliore continuità della fornitura e una reputazione aziendale più solida. Secondo un sondaggio di EY del 2022 in cui sono stati intervistati 525 dirigenti della supply chain, i motivi principali per migliorare la sostenibilità della supply chain includevano la potenziale crescita dei ricavi e la pressione da parte di partner, clienti e dipendenti.
I professionisti della supply chain devono trovare un equilibro tra le priorità aziendali quando prendono decisioni che impattano le operations. Ad esempio, il team della supply chain di un produttore potrebbe decidere di interrompere l'approvvigionamento di cotone tradizionale e passare al cotone biologico, il quale richiede meno acqua per crescere, per raggiungere l'obiettivo ESG dell'azienda di ridurre al minimo i danni ambientali utilizzando materiali sostenibili.
Ecco 16 dei modi migliori per migliorare la sostenibilità della supply chain.
Secondo l'International Energy Agency, a livello globale, i trasporti sono il settore che più fa affidamento sui combustibili fossili, come il carbone, il petrolio e il gas naturale, i quali non possono essere ripristinati ed emettono gas serra quando vengono utilizzati. E negli Stati Uniti, i trasporti rappresentano il fattore che più contribuisce alle emissioni di gas serra, secondo l'Environmental Protection Agency statunitense. Perciò ridurre le emissioni dei trasporti è un modo fondamentale per migliorare la sostenibilità della supply chain.
Le aziende possono farlo ordinando materiali, componenti e prodotti in modo più efficiente. Ad esempio, effettuare un grande ordine con un solo venditore invece di effettuarne diversi più piccoli probabilmente aiuta a ridurre il numero di veicoli su strada, aerei nel cielo e navi in mare, con conseguente riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
Le aziende basate sui prodotti che supervisionano la loro distribuzione internamente possono anche ridurre le emissioni spedendo i prodotti a magazzini, negozi e clienti in modo più efficiente. Ad esempio, Unilever ha ridotto le proprie emissioni di CO2 mettendo più carichi di trasporto in singoli veicoli con l'aiuto di un software di gestione dei trasporti. Le aziende potrebbero anche trovare modi per accorciare gli itinerari, utilizzare veicoli elettrici o fare affidamento su combustibili alternativi, come i biocarburanti a base di oli vegetali, grassi animali o grassi da cucina riciclati, per alimentare camion adibiti alla consegna, navi da carico o aerei.
Le aziende che esternalizzano la loro distribuzione possono scegliere di collaborare con fornitori che danno priorità ai trasporti ecologici. Potrebbero anche prendere in considerazione le spedizioni a carico parziale (LTL, less-than-truckload) anziché quelle a carico pieno (FTL, full-truckload). A differenza dell'FTL, caso in cui le aziende prenotano un intero camion, indipendentemente dal fatto che abbiano intenzione di riempirlo, l'LTL mette insieme le spedizioni di più clienti per massimizzare lo spazio del camion e ottimizzare i percorsi di consegna, riducendo le emissioni attribuite ai clienti.
Il riciclaggio è fondamentale per l'economia circolare, la quale prevedere la condivisione, la riparazione, il riutilizzo e il riciclaggio di materiali e prodotti. L'economia circolare non solo salvaguarda le risorse naturali limitate, ma riduce anche gli sprechi nelle discariche, le quali emettono gas serra mentre si decompongono. Tuttavia, l'economia globale è solo a circa il 7% circolare, secondo un report del 2023 di Circle Economy, un'organizzazione che promuove la circolarità.
Le aziende che cercano di creare supply chain più sostenibili possono contribuire all'economia circolare progettando o acquistando prodotti realizzati con tessuti, materie plastiche e altri materiali riutilizzati. Un produttore può fondere scarti di metallo per formare nuovi componenti utilizzabili invece di buttarli via. Un retailer potrebbe procurarsi abiti realizzati con tessuti riciclati. Le aziende che progettano i propri prodotti possono anche utilizzare risorse rinnovabili, come bambù e sughero, invece di risorse non rinnovabili, come metalli naturali e combustibili fossili, nei loro design.
Le aziende che vogliono aumentare la loro sostenibilità dovrebbero migliorare le relazioni con i fornitori e considerare attentamente la compliance, la quale potrebbe comportare passività di sostenibilità non evidenti. Ad esempio, un produttore potrebbe acquistare tessuti da un fornitore che sono stati fatti utilizzando combustibili fossili o attraverso lo sfruttamento dei dipendenti. In questo caso, coinvolgendo il fornitore, il produttore incoraggia tali pratiche, anche se il suo team non sa che tali pratiche sono state utilizzate.
Oltre a porre le domande giuste durante l'audit dei fornitori, le aziende possono aumentare la trasparenza della supply chain effettuando ispezioni in loco delle strutture dei fornitori. Potrebbero anche utilizzare software per tracciare le origini dei materiali e delle merci e monitorare da più vicino i processi utilizzati per realizzarle e trasportarle. Ad esempio, i team possono utilizzare i software di supply chain management per tracciare facilmente le origini di un prodotto a livello di numero di serie, identificare il fornitore di materiali per quel prodotto e quindi verificarne gli sforzi di sostenibilità. Infine, le aziende potrebbero anche richiedere i servizi di una società di consulenza per cercare opportunità per migliorare la trasparenza a livello di supply chain.
La visibility della supply chain end-to-end, o l'avere insight su ogni movimento di materiali e merci mentre passano da fornitore a consumatore, rappresenta una priorità assoluta per gli executive della supply chain, ma oltre il 60% di questi non ha visto miglioramenti nella visibilità anno dopo anno, secondo un sondaggio del 2022 di EY.
Oltre a porre le domande giuste durante l'audit dei fornitori, le aziende possono aumentare la trasparenza della supply chain effettuando ispezioni in loco delle strutture dei fornitori. Potrebbero anche utilizzare software per tracciare le origini dei materiali e delle merci e monitorare da più vicino i processi utilizzati per realizzarle e trasportarle. Ad esempio, i team possono utilizzare i software di supply chain management per tracciare facilmente le origini di un prodotto a livello di numero di serie, identificare il fornitore di materiali per quel prodotto e quindi verificarne gli sforzi di sostenibilità. Infine, le aziende potrebbero anche richiedere i servizi di una società di consulenza per cercare opportunità per migliorare la trasparenza a livello di supply chain.
Una policy di procurement sostenibile aiuta le aziende a fare scelte sostenibili nell'approvvigionamento di materiali e merci. Fra le iniziative che potrebbero entrare a far parte di una policy di procurement ci sono evitare la plastica, utilizzare materiali riciclati, optare per risorse prodotte localmente e garantire un trattamento equo dei lavoratori coinvolti nella produzione. Ad esempio, un'azienda può scegliere di fare affari solo con i fornitori che evitano pratiche di sfruttamento come il lavoro minorile o le fabbriche sfruttatrici.
Per aderire a questi tipi di policy di procurement, molte aziende includono argomenti correlati alla sostenibilità nell'elenco standard di domande che utilizzano per valutare i fornitori. Ad esempio, possono chiedere se gli agricoltori hanno spruzzato pesticidi sulle colture utilizzate per produrre tessuti o fare domande sull'impronta di carbonio di un prodotto, cioè la quantità totale di gas serra emessi direttamente o indirettamente durante la produzione. Possono tenere traccia delle risposte utilizzando software come un sistema di gestione dei fornitori, che attribuisce a ciascun fornitore un punteggio di sostenibilità numerico e modella gli effetti dell'approvvigionamento di merci da tale fornitore sul pianeta e sulla società. Sebbene questa sia una best practice, solo il 20% dei chief procurement officer di grandi aziende europee afferma che le proprie organizzazioni utilizzano le metriche di sostenibilità come criteri principali nelle decisioni relative all'approvvigionamento, secondo un sondaggio di McKinsey del 2021.
Il consumo di energia è la causa principale delle emissioni di gas a effetto serra a livello mondiale. Circa l'80% dell'energia proviene da combustibili fossili, i quali emettono gas nocivi e non sono rinnovabili, secondo quanto riportato dalle Nazioni Unite. Al contrario, l'uso di energia eolica e solare non produce gas a effetto serra e può prevenire alcuni tipi di inquinamento che incidono sulla qualità dell'aria. Le aziende possono rendere le loro supply chain più sostenibili dando la priorità alle relazioni con i fornitori che utilizzano energia rinnovabile, alimentando le proprie strutture con energia proveniente da pannelli solari o turbine eoliche e trasportando prodotti finiti utilizzando veicoli elettrici o camion, navi e aerei che si affidano a combustibili alternativi.
Le fonti di energia rinnovabili, come la luce solare, spesso costano meno del gas e di altre fonti di energia non rinnovabili, ma il loro utilizzo spesso comporta alcuni costi iniziali. Ad esempio, possono essere necessari fino a 10 anni per recuperare i costi dell'installazione di pannelli solari su un edificio commerciale, secondo il fornitore di pannelli solari Solar.com.
Le aziende possono collaborare per aumentare la sostenibilità nelle loro supply chain. Ad esempio, un gruppo di produttori potrebbe adottare standard sui diritti umani che i loro distributori sono tenuti a soddisfare. Oltre a prevenire lo sfruttamento delle persone, il patto potrebbe ridurre il rischio normativo dei produttori e far aumentare la fiducia dei consumatori che vogliono acquistare da aziende che dimostrano il loro impegno nei confronti della sostenibilità. Inoltre, l'accordo potrebbe incoraggiare più distributori a operare in modo sostenibile.
La collaborazione con un'azienda nella stessa fase della supply chain viene definita collaborazione orizzontale. Ad esempio, due produttori di mobili con fabbriche vicine tra loro potrebbero effettuare un ordine congiunto presso un fornitore di legno, riducendo le emissioni di CO2 provenienti dai camion adibiti alla consegna. Quando aziende in diverse fasi della supply chain collaborano, si parla invece di collaborazione verticale. Un produttore, ad esempio, potrebbe stipulare un accordo con un fornitore per sviluppare imballaggi più sostenibili in cambio di più contratti.
Come abbiamo visto, i professionisti della supply chain hanno un impatto diretto sugli sforzi di sostenibilità di un'organizzazione. La formazione sulla sostenibilità dà al team gli strumenti per scegliere fornitori che supportano gli obiettivi ESG dell'azienda, e quindi di misurare i progressi verso tali obiettivi.
Se i professionisti della supply chain di un'azienda non hanno ricevuto una formazione sui problemi di sostenibilità nel loro settore, l'azienda potrebbe fornirla o supportare il team della supply chain nel perseguire certificazioni o diplomi esterni. La Certified Sustainable Supply Chain Professional (CSSCP), rilasciata dalla International Supply Chain Education Alliance, è una certificazione che richiede il completamento di una serie di corsi online e il superamento di un esame finale. Le migliori università offrono anche corsi di sostenibilità della supply chain e certificazioni rivolte ai professionisti. La leadership aziendale potrebbe offrire supporto finanziario ai dipendenti per completare questi programmi o collaborare con un fornitore di formazione e sviluppo per offrire corsi simili internamente.
Le organizzazioni che desiderano migliorare le metriche delle performance ambientali della propria supply chain hanno molte più probabilità di avere successo se valutano le prestazioni attuali rispetto a un benchmark, creano un piano su come e in quali aree vogliono migliorare e effettuano report periodici su tali metriche.
Sebbene le aziende possano stare già eseguendo report ogni anno per rispettare le normative governative, potrebbero aggiungere report bisettimanali o mensili per monitorare più da vicino i progressi della loro supply chain verso i propri obiettivi di sostenibilità ambientale e apportare modifiche in base alle esigenze. Un reporting ambientale periodico può anche aiutare a fidelizzare e attrarre i dipendenti. L'83% del persone afferma di essere più disposto a lavorare per organizzazioni che dimostrano chiaramente progressi su questioni ambientali e sociali e il 69% dei dipendenti afferma che lascerebbe il proprio attuale datore di lavoro per uno che si concentri maggiormente su questi problemi, secondo uno studio ESG del 2022 di Oracle e della società di consulenza per la ricerca Savanta. Il reporting periodico potrebbe anche conquistare i clienti: il 91% delle persone vuole che le aziende si assumano più responsabilità per quanto riguarda i problemi di sostenibilità.
Con il termine "green tech" si indica in modo generale la tecnologia utilizzata per mitigare l'impatto negativo di un'azienda sul pianeta e sulla società. Ad esempio, un'azienda potrebbe scegliere di utilizzare i pannelli solari per generare energia alternativa. Le aziende possono utilizzare altri tipi di green tech, come le turbine eoliche, l'illuminazione a LED e gli imballaggi a base vegetale, in tutta la loro supply chain e possono impegnarsi a lavorare solo con i fornitori che fanno lo stesso. Potrebbero anche investire in tecnologie green come camion, furgoni e autobus elettrici, i quali non emettono sostanze inquinanti durante il trasporto di prodotti, o alimentare i loro veicoli con biocarburanti.
Oltre ai pannelli solari, come discusso in precedenza, altri tipi di tecnologia green spesso prevedono un investimento iniziale significativo. Collabora con i team finance per modellare il potenziale ritorno sugli investimenti e le relative tempistiche. Ad esempio, quanto velocemente la tua azienda recupererà il costo di una flotta di camion elettrici grazie a costi operativi minori e più tempi di attività rispetto ai camion a benzina? Puoi prevedere un aumento delle vendite dovuto a una migliore reputazione del brand per quanto riguarda la sostenibilità?
Le aziende possono anche migliorare la sostenibilità della supply chain operando a livello locale. Un produttore potrebbe procurarsi materiali da fornitori locali, riducendo la sua impronta di carbonio e supportando i posti di lavoro per i lavoratori locali che altrimenti potrebbero perderli in favore di fornitori nazionali più grandi.
Le aziende potrebbero anche chiedere ai loro team di supply chain, così come ad altri dipendenti, di partecipare a iniziative locali ambientali e di giustizia sociale, come gli eventi di pulizia per la comunità. Oltre a migliorare la sostenibilità, queste attività possono essere utili anche per migliorare gli sforzi di recruiting e fidelizzazione dei talenti: il 65% delle persone a livello globale vuole lavorare per un'azienda con una forte coscienza sociale, secondo un report di PwC del 2022. Queste attività possono anche aumentare la brand awareness e migliorare la reputazione di un'organizzazione con i clienti attuali e potenziali.
Obiettivi chiari e misurabili per la sostenibilità della supply chain aumentano le probabilità che un'organizzazione riesca nei suoi sforzi. Questi spesso derivano da obiettivi organizzativi più ampi. Ad esempio, un'azienda potrebbe fissare un obiettivo per ridurre la sua impronta di carbonio, che (come accennato) è la somma di tutte le emissioni di CO2 create direttamente o indirettamente nel processo di acquisto o realizzazione di prodotti, fornitura di servizi ed esecuzione delle operations. Con questo obiettivo organizzativo in mente, i professionisti della supply chain possono sviluppare policy di procurement green che comprendono l'acquisto di prodotti da fornitori che utilizzano imballaggi biodegradabili. Il team della supply chain potrebbe puntare all'obiettivo di procurarsi il 75% degli imballaggi da questi tipi di fornitori nell'anno a venire.
Trattare bene le persone è un principio fondamentale della sostenibilità della supply chain. Come menzionato in precedenza, i professionisti della supply chain devono verificare che i loro fornitori, i loro produttori e altri partner non facciano uso di lavoro minorile, fabbriche sfruttatrici o sfruttamento quando raccolgono o creano materiali e merci. Devono anche verificare che i fornitori paghino ai loro lavoratori un salario equo e forniscano o garantiscano condizioni di lavoro sicure e umane. Le aziende devono soddisfare questi stessi standard in ogni parte della supply chain che supervisionano internamente.
Un valore stimato di 163 miliardi di dollari di inventario viene gettato via, a livello globale, ogni anno a causa di danni o sovrapproduzione, secondo un report del 2022 del fornitore di materiali Avery Dennison.
I produttori possono ridurre gli sprechi nelle loro supply chain utilizzando tecnologie di smart manufacturing interconnesse, come robot, sensori e sistemi software, per creare una smart factory. Ad esempio, potrebbero allestire una linea di assemblaggio con robot di saldatura che commettono meno errori rispetto ai saldatori umani ed evitare di creare scarti mentre ricevono istruzioni dal software sulle regolazioni dei parametri di saldatura. Inoltre, il produttore potrebbe eliminare la sovrapproduzione utilizzando questi sistemi software, macchine e altri dispositivi interconnessi, noti anche come Industrial Internet of Things (IIoT), per creare linee di produzione che regolano automaticamente l'output in base alle fluttuazioni della domanda.
Oppure, un retailer potrebbe ridurre gli sprechi nella sua supply chain sostenendo il riutilizzo dei prodotti finiti per crearne di nuovi. Ad esempio, potrebbe avviare un programma di riacquisto in cui i consumatori scambiano vestiti indesiderati per sconti su nuovi prodotti. Il retailer potrebbe poi inviare quei beni sgraditi al suo produttore per fare nuovi vestiti.
Le aziende hanno diverse opzioni quando si parla di imballaggi sostenibili, chiamati imballaggi green o ecologici. Ad esempio, potrebbero sviluppare o procurarsi imballaggi che incorporano materiali come carta riciclata, plastica riciclata o plastica biodegradabile fatta di amido di mais, alghe o altre piante.
Gli imballaggi sostenibili non sempre hanno impatto ambientale zero, il che dimostra che la sostenibilità della supply chain consiste nel prendere decisioni migliori, e non necessariamente nell'eliminare completamente l'impatto ambientale. Gli imballaggi in plastica riciclata sono più sostenibili degli imballaggi in plastica monouso e i prodotti in carta riciclata sono più sostenibili di quelli realizzati con materiali vergini, ma le aziende possono utilizzare prodotti in carta e alcune materie plastiche solo poche volte prima che finiscano in discarica, degradandosi infatti nel corso del tempo.
Le aziende potrebbero avere paura che gli imballaggi sostenibili siano più costosi, il che in alcuni casi è vero. Tuttavia, il 74% dei consumatori è disposto a pagare di più per avere questo servizio, secondo un report del 2020 di Boston Consulting Group e Trivium Packaging.
Le aziende possono eseguire analisi complesse dei dati della supply chain per migliorare le tattiche utilizzate per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità. Ad esempio, il monitoraggio e l'analisi delle emissioni di CO2 provenienti dal trasporto o da uno stabilimento possono rivelare aumenti delle emissioni, prevederne i livelli futuri in base ai trend e aiutare un produttore a decidere come ridurle. Oppure, se un produttore gestisce una smart factory in cui le macchine si connettono tra loro e Internet, può utilizzare gli analytics dei dati per determinare quando rallentare automaticamente la produzione in base alle riduzioni previste della domanda, evitando quindi gli inutili eccessi di produzione.
Le aziende a livello globale stanno portando avanti i loro sforzi di sostenibilità della supply chain con Oracle Fusion Cloud Supply Chain Management (SCM). Grazie al supporto end-to-end per il supply chain management, la suite di applicazioni aiuta le organizzazioni a trovare modi per riutilizzare i materiali nella progettazione, nell'imballaggio e nella creazione dei prodotti, per monitorare l'origine di materiali e merci in conformità a politiche di procurement sostenibili, per ottimizzare le spedizioni al fine di ridurre le emissioni di carbonio e per migliorare la previsione della domanda per diminuire gli sprechi.
Le aziende utilizzano anche Oracle Cloud SCM per adattarsi rapidamente alle fluttuazioni del mercato e della domanda, evitando disruption e continuando a soddisfare i clienti assicurandosi che i prodotti di cui hanno bisogno siano sempre disponibili senza creare eccedenze o sprechi.
In che modo la supply chain migliora la sostenibilità?
La supply chain di un'azienda spesso ha un impatto diretto sull'ambiente, sull'economia e sulla società. Le organizzazioni possono migliorare la sostenibilità delle supply chain considerando il loro impatto sulle persone e sul pianeta quando valutano i fornitori, progettano i prodotti, pianificano le rotte di spedizione e prendono altre decisioni a livello di supply chain.
Come si può migliorare la sostenibilità della supply chain?
Riutilizzare materiali di vecchi prodotti invece di utilizzare nuovo materiale nella produzione è uno dei modi in cui un produttore può rendere la sua supply chain più sostenibile. Ad esempio, un produttore di abbigliamento potrebbe utilizzare i tessuti di vecchie magliette per crearne di nuove.
Cosa significa rendere sostenibile una supply chain?
Le aziende rendono più sostenibili le supply chain quando ne modificano le operations per evitare di danneggiare la società, l'ambiente e l'economia.